Il nostro Bed & Breakfast si trova nel cuore dell’isola di Ortigia, da cui prende il nome L’isola di Ortigia.
L’Ottiggia, in dialetto siracusano, Ortygia, Ὀρτυγία in greco antico, che significa quaglia, è il toponimo dell’isola che costituisce la parte più antica della città di Siracusa. La sua estensione non supera 1 km².
L’isola è stata da sempre il cuore della città, lo testimonia il fatto che sin dall’età del bronzo antico fosse abitata, e lo testimoniano anche resti di capanne circolari del XIV secolo a.C. riferibili alla cultura di Thapsos.
In epoca greca, Ortigia fu il centro politico e religioso della città; lo dimostra il fatto che nell’isola venne edificata la via sacra (la quale attualmente ricade nell’asse urbano della via Dione e del secondo tratto della via Roma), ovvero quella via che conteneva importanti templi degli dei, come l’Artemision e l’Athenaion (l’attuale Duomo di Siracusa).
Durante la tirannia di Dionisio I di Siracusa (detto anche “Dionigi il Vecchio” e “Dionigi il Grande”) nell’isola venne costruito il Palazzo dei Tiranni dotato di alte mura autonome e la parte più intima della dimora di Dionigi, costituita da una piccola isola, venne separata dal resto del palazzo da un canale con ponte levatoio, alzato o abbassato dal tiranno stesso, per ritrovarsi completamente al sicuro. (Cicerone, Tusculanae, 5, 59).
Questo palazzo fu successivamente distrutto da Timoleonte, comandante corinzio e uno dei pochi sovrani democratici che la Siracusa greca ebbe. (Plutarco, Vita di Timoleonte, 21). La dimora dei tiranni fu poi ricostruita in forme più sontuose da Agatocle (Diodoro, XVI 85).
L’isola prese parte a molte delle difese cittadine, era anch’essa circondata dalle imponenti mura dionigiane che si estendevano fino al monte Epipoli, nei pressi del Castello Eurialo.
Durante l’assedio dei romani nel 212. a.C., Ortigia divenne l’ultimo quartiere di Siracusa a cadere in mano di Roma. Durante l’assedio il suo porto fu di fondamentale importanza per le sorti delle battaglie, perché era da lì che Cartagine, alleatasi con Siracusa, le mandava i rifornimenti di cibo, dunque i viveri e le forze necessarie per resistere all’assedio. Infatti con l’aiuto delle navi cartaginesi e con le geniali macchine da guerra di Archimede, i siracusani resistettero ad oltranza all’esercito romano che non poté fare altro che stare al di fuori delle mura aretusee. Cicerone, il noto filosofo romano, chiamato a difendere i cittadini siciliani dalle ruberie fatte dal famigerato pretore romano Verre, testimoniò che molti tesori dei templi e delle case siracusane vennero rubati.
Siracusa divenne sede dei governatori romani di Sicilia, essi risiedevano in quello che un tempo era il palazzo del tiranno, divenuto praetorium (sede dei pretori romani).
In epoca medievale, Ortigia divenne sempre più centrale, dato che la popolazione siracusana a seguito delle grandi guerre (la fine dell’Impero Romano d’Occidente; la conquista dei franchi e dei vandali) diminuì fino a ridursi per la quasi totalità nell’abitato dell’isola di Ortigia, spopolando i restanti quartieri.L’isola venne fortificata ulteriormente quando la città fu nominata “Capitale dell’Impero dei Romani” (detta anche “Capitale dell’Impero Romano d’Oriente), diventando dunque sede dell’imperatore bizantino, Costante II. Successivamente l’isola affronta uno degli assedi più sofferti, quello arabo dell’878 d.C., che ridurrà la popolazione alla fame e la costringerà alla resa dopo mesi e mesi di patimenti. La città sarà spogliata dal titolo di “Capitale della Sicilia” e Ortigia passerà in mano araba, diventando parte del Regno di Sicilia musulmano. La testimonianza più evidente e grandiosa dell’epoca medievale in Ortigia è sicuramente il Castello Maniace: inizialmente fortezza costruita da Giorgio Maniace divenne successivamente un castello per volere dell’imperatore svevo-normanno Federico II, che diede all’edificio il nome di “Maniace”, in memoria dello storico generale conquistatore di Siracusa in tempo arabo.
Il ‘600, ‘700 e ‘800 furono epoche molto difficili per l’isola di Ortigia, divenuta una fortezza militare subì gli attacchi degli austriaci, la difesa delle coste dai turchi, i vari passaggi di potere fino a giungere al trattato di Utrecht con il quale la Spagna dichiarava davanti all’Europa di rinunciare alla Sicilia, che passava così nelle mani dell’Austria con la casa regnante degli Asburgo. In seguito arrivarono i Savoia dal Piemonte ma la loro monarchia in Sicilia durò pochissimo dato che né la Spagna, né l’Austria avevano intenzione di rinunciare all’isola più grande del Mediterraneo. Dopo varie contese Siracusa, insieme alla Sicilia tornò ai Borbone e venne unificata al Regno di Napoli. Poi con l’avvento della missione di Garibaldi si diede l’avvio all’Unità d’Italia che sarà ottenuta nel 1861. I Savoia stavolta scenderanno in Sicilia da monarchi dell’isola divenuta italiana.
Ortigia è oggi il centro storico, culturale e modano di Siracusa, meta d’ispirazione per i tanti registi che la scelgono. Nelle vie dell’isola di Ortigia è stato girato Malèna, film del 2000 diretto da Giuseppe Tornatore.
Nelle sue vie e nei suoi palazzi nobiliari sono state girate scene di note serie televisive nazionali, come il Commissario Montalbano, scritto da Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti, ma anche fiction come L’onore e il rispetto, interpretato da Gabriel Garko. Sono da menzionare anche le riprese del film La vita di Caravaggio, girato nel 2007 e diretto da Angelo Longoni; riprese significative poiché Caravaggio è stato realmente a Siracusa nella sua vita, e in città è conservato un suo noto dipinto: il Seppellimento di Santa Lucia.
Ma Ortigia non è solo meta di cinema per gli attori e registi italiani, è nota anche all’estero per i suoi panorami, i suoi monumenti, il suo sapore e clima mediterraneo. Ad esempio vi hanno girato delle scene del loro film Sicilia, i due cineasti francesi Straub e Danièle Huillet, o ancora qui vi è stata anche Margarethe von Trotta, vincitrice del premio Federico Fellini e del Leone d’oro al miglior film proprio con Anni di piombo, girato a Siracusa. E la fiction Ballate d’amore, diretta dal regista argentino Roberto Luis Garay, che più volte ha scelto Siracusa e provincia per le sue riprese.